Luglio 5, 2024 Irene Ivoi

Tra arrivi e partenze…il rischio distrazione è in agguato

Un po’ di settimane fa ero in un club ferroviario, in attesa di un treno, e decido di bere un caffè nel solito bicchierino di carta. Puntualmente mi avvicino al cestino della carta per gettarlo e vedo al suo interno plastica flessibile. Tanta plastica trasparente alla rinfusa.

E penso: “meno male che questi due materiali sono così diversi tra loro…se fossero simili…figuriamoci…che circo avrei trovato!”

Passano un po’ di giorni e mi ritrovo a Bari, al convegno Pink&Green di Greenplanner, con Mariangela Bonifazi e Simona Giuliano a chiacchierare di economia circolare, l’argomento che più ci unisce da sempre. E Simona G. mi parla (ecco le magnifiche coincidenze mai casuali) di Silvia Eleuteri, Head of Environment in Aeroporti di Roma, conosciuta in un convegno in cui si è parlato anche di comportamenti corretti nei luoghi di viaggio.

Decido così di intervistarla proprio a proposito di gestione rifiuti lì dove si arriva e si parte.

Silvia, che riscontri avete, grazie alle vs analisi comportamentali e merceologiche, circa i gesti e l’attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti in aeroporto?

I passeggeri sono mediamente attenti a differenziare i rifiuti. Va considerato che i passeggeri che conferiscono rifiuti in aeroporto provengono da ogni parte del mondo e quindi da paesi in cui le regole e le abitudini possono essere molto diverse tra loro. Di conseguenza, servizi e dettagli “semplici”, come ad esempio il colore del raccoglitore, possono fare la differenza. Pensiamo ad esempio al raccoglitore della plastica: in alcune parti del mondo è blu, in altre giallo, in altre arancione: questo può indurre in errore il passeggero che si affida solamente al colore, anziché soffermarsi a leggere cosa conferire in uno specifico raccoglitore.

Avete valutato se alcuni mezzi e modalità di comunicazione sono più efficaci di altri?

Negli anni abbiamo constatato come design e comunicazione siano fondamentali per attirare l’attenzione del passeggero e guidarlo nella corretta differenziazione. Ad esempio, una comunicazione chiara (con immagini) nell’immediato punto di conferimento, guida ed accompagna il passeggero a compiere la scelta corretta.

Come avete risolto (se lo avete risolto) il problema dei liquidi in bottiglie o borracce che non possono superare i varchi con il detector?

Da febbraio 2023, in quasi tutte le aree adibite ai controlli sicurezza, ci siamo dotati di macchinari di ultima generazione che consentono di portare con sé i liquidi presenti nel bagaglio a mano, anche oltre i 100ml. Questo ha permesso di ridurre i quantitativi di bottigliette di plastica che venivano gettate nelle preparation area e di garantire, al contempo, un’esperienza più rapida e semplice ai passeggeri.

 

A mio avviso i luoghi dove si arriva, si sosta velocemente e si riparte appartengono alla nota categoria di quelli dove nessuno si sente davvero a proprio agio, e diventa quasi impossibile sviluppare un senso di appartenenza.

Restano terra “libera” nel nostro immaginario, privi di fattori identitari, e questo può favorire l’instaurarsi di un circolo siffatto: se un luogo è curato, aumenta l’identificazione positiva dell’individuo con esso, favorendo comportamenti di cura e attenzione. Viceversa, la scarsa cura e la trascuratezza potrebbero minare l’attivazione di un’identità positiva, per cui ciascuno non sente l’esigenza o la responsabilità di “proteggerlo”.

Cosa fare per rompere questo circolo vizioso?

Sicuramente servono maggiori indicazioni, segnaletiche e possibili nudge incisivi e visivamente ben progettati per catturare l’attenzione.

Se per esempio in un’area per viaggiatori assidui i contenitori della differenziata non sono ben disposti  e quindi quello giusto lo devi ogni volta cercare…a voi l’amara risposta.

Sto cercando di dire che l’attenzione alla pulizia e cura di cestini nei luoghi di transito richiede più impegno proprio perché la soglia per “mal occuparsene” da parte nostra è davvero bassa.

Le risposte di Silvia Eleuteri mi portano anche a riflettere su quanto nei luoghi in cui si arriva e si riparte è un po’ più sfidante perseguire comportamenti attenti perché si parla ad un pubblico molto più eterogeneo di quello di un quartiere o di una città, che di solito gli operatori dei rifiuti conoscono bene.

A ciò si aggiunge il fatto che noi italiani siamo mediamente oramai avvezzi a raccolte capillari di svariate frazioni di rifiuto mentre chi proviene da altri paesi (anche europei) non conosce le nostre regole e non ha familiarità con questi gesti. Servono quindi davvero comunicazioni puntuali che usino segnaletiche, colori e immagini, sfidando la distrazione e la mancanza di tempo, tipiche caratteristiche di chi viaggia e vaga tra arrivi e partenze.

 

 

Ps. Mentre vi scrivo mi sto occupando di un problema di littering nelle stazioni ferroviarie e presso le fermate dei bus. A proposito di arrivi e partenze….  

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.