Dicembre 27, 2023 Irene Ivoi

Sappiamo (ancora) sognare?

Sognare è una verbo transitivo e impegnativo!

Fino a qualche anno fa usato con più disinvoltura.

Magari abusato? Spererei proprio di no perché è e resta uno dei più ricchi di futuro che mi vengano in mente.

Purtroppo mi rendo conto però da qualche mese che io sogno sempre meno.

E gli italiani pure!

Basti vedere cosa dice l’ultimo rapporto Censis che ci dipinge come un popolo di “impauriti”.

Avete capito bene!

Abbiamo paura di tutto e il clima impazzito è solo uno dei fattori che ci tolgono sonno e sogni.

Torniamo a me

Mi sono chiesta perché sto diventando così disincanta, talvolta cinica, e con una valigia povera di sogni e fiducia verso persone, idee e parole?

È ovvio che la realtà mi piace poco.

Sfiderei molti ad affermare il contrario (tra guerre ecc) e reagisco già da mesi non vedendo più telegiornali, quindi preferendo la radio per preservare le mie memorie visive.

Su carta sfoglio le notizie di cronaca spesso come se riguardassero qualcun’altro e leggo solo storie di nicchia che mi incuriosiscono.

E poi purtroppo nelle notizie più silenziose (o più rumorose) di ambiente e sostenibilità vedo non solo passi in avanti, come fino a poco tempo fa, ma diversi passi indietro.

Stiamo parlando di bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno?

No, please.

Non sto negando il fatto che le politiche pro sostenibilità siano state ricche di iniziative e avanzamenti fondamentali ma gli slanci in avanti, sul piano delle proposte legislative o dell’impegno attivista, spessissimo vengono mortificati oggi da decisioni e affermazioni che sono o suonano come passi indietro. Per non parlare di norme che inaspriscono le pene senza attenzione al redesign dei comportamenti che passi in primis da una loro analisi socio-psicologica.

Mi sto sbagliando?

Lo spero.

Nel dubbio due mesi fa ho deciso di custodire i passi indietro (visto che ho un’attitudine spiccata verso l’accumulo seriale di storie e fatterelli).

Insomma le non buone notizie!!!

Archiviarle con cura per poi osservarle tra qualche mese (quando i lavori parlamentari in Ue si fermeranno per esempio o quando le politiche nostrane inciamperanno) nella speranza che siano solo un’impressione.

Esitazioni del momento.

Falsi allarmi.

Non voglio credere al loro collasso (con le speranze che si portano appresso) anche nel rispetto di tante persone a me care (me stessa inclusa) che si impegnano ogni giorno, da una vita intera, perché si possa vivere in un mondo più plurale.

Per il 2024

Mi auguro di essere in un’allucinazione negativa e per uscirne so che devo bandire indifferenza, paura e senso di impotenza dal mio alfabeto comportamentale per ritrovare connessioni e motivazioni capaci di farmi tornare a sognare.

Non è vietato sognare.

Nessuno può rubarci i sogni.

I Sogni sono (anche) il futuro.

E Se tutto ciò assomiglia anche al tuo “sentire”, questo è il mio miglior augurio per l’anno in arrivo.

 

Foto: mia nella ChinaTown di Prato con Lorenzo Giorgi in giro a disegnare mappe emotive urbane. È stato come volare all’estero senza passaporto! 🎯🎯🎯

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.