Credo da sempre nel ruolo di guida da parte di coloro che gestiscono i beni di pubblica utilità, a favore di un uso civile e rispettoso delle risorse pubbliche.
Questo è anche il ruolo della politica che mai dovrebbe abiurare da questo compito.
Perché per fare in modo che le persone facciano il meglio che possono, la politica e le sue emanazioni hanno il dovere di metterci nelle condizioni migliori per esercitare tale compito.
Partendo da questo postulato, mi è capitato in passato di incrociare il tema dell’acqua, osservando con sconcerto il cattivo rapporto che noi italiani abbiamo con il rubinetto al punto di esser diventati tra i principali consumatori al mondo di acque minerali procapite.
È vero che le nostre sono le più buone del mondo ma è anche vero che verso questo consumo abbiamo un comportamento poco sensato.
Fu così che inventai a Firenze nel Quartiere 4 il progetto Acquartiere che contribuì a spostare un terzo di quei cittadini dalla minerale al rubinetto.
Un po’ di anni fa ho scoperto che quello era un nudge. Cioè una costruzione di scelte plurali accattivanti e non sacrificali in grado di generare nuovi comportamenti di riavvicinamento al rubinetto.
E scopro anche che utilizzando il nudge, la città di Cape Town nel 2018 si salvò dal collasso idrico e dalla chiusura totale dei rubinetti, visti i fallimenti delle politiche fino a quel momento messe in campo.
Veniamo ad oggi
Pochi giorni fa sono stata in Ecomondo ospite di Acquedotto Pugliese a ripercorrere alcune di queste tappe in un breve intervento di opinione.
foto: con Mr King – Antonio Minelli – regista e attore della piece teatrale “Happy Steamdead, Mr. King” presso lo stand di Aquedotto Pugliese in Ecomondo 2023
È stata un’occasione per riflettere ancora su quanto i nostri comportamenti potrebbero migliorare sia nell’avvicinarci con fiducia al rubinetto (evitando di disperdere denaro e produrre rifiuti nell’acquisto dell’imbottigliata) e sia nel ridurre le distrazioni e risparmiare acqua. È vero che questi consumi nelle nostre case sono risibili rispetto a quelli dell’industria, dell’agricoltura e delle dispersioni della rete idrica ma un maggior rispetto per questa risorsa oggi è doveroso. Ce lo chiedono la gravità sui cambiamenti climatici in corso e i Piani anche comunali per il clima.
Ma comportamenti accorti si producono anche se crescono le consapevolezze
Noi invece manco sappiamo quante cose si facciano con un metro cubo di acqua, o quanti litri si consumano usando una lavastoviglie o facendo una doccia o quanto i nostri consumi siano allineati (o no) a quelli di altre utenze simili alla nostra.
Provate a chiedere anche solo ad amici e conoscenti cosa ne sanno…
Ci mancano le unità di misura
In tal senso apprenderle servirebbe a riconnettere gestori e utenti innescando quel parola che passa parola e poi ancor parola fino a diventare azione. Chi opera in un ente gestore, a partire dai letturisti di contatori (che stanno scomparendo con i contatori intelligenti), può arricchire ECCOME la mappa mentale di noi utenti a cui mancano le unità di misura. Può, coerente con il proprio ruolo, diventare un vero agente diffuso di sostenibilità.
Cover: foto da Mostra “Sotto il segno dei pesci” di Caterina Crepax