Ottobre 7, 2022 Irene Ivoi

Design dell’attenzione per una maggior Sicurezza sulle strade

Leggevo qualche settimana fa un articolo pubblicato da L’Inkiesta sulle politiche del Giappone per ridurre le morti su strada. E ci stanno riuscendo con una serie di interventi che non sono nudge.

Peccato! Ma, come sappiamo  bene il nudge, non è una ricetta miracolosa per ogni piatto da sfornare.

In questo articolo ho letto una cosa che non avevo mai pensato: Proibire i parcheggi per strada è anche uno degli esempi più concreti di come la mobilità giapponese sia pensata per mettere in sicurezza i bambini: il non avere macchine per strada permette ai più piccoli di vedere meglio la strada e farsi notare dai conducenti. Non è un caso che in questo Paese già a due-tre anni i bambini attraversino la strada da soli, sicuri che le regole della strada – insegnate a scuola fin dai primissimi anni di vita – saranno rispettate da tutti.

E allora mi sono chiesta in assenza, per ora, nel nostro paese di divieti di questo genere e con un numero di decessi che nel 2021 ha sfiorato quota 3.000 cosa possiamo inventarci con il nudge?

E quindi come si può re-immaginare un contesto urbano più sicuro grazie a interventi che non siano solo regole, divieti e sanzioni.

Questo è un tema che lateralmente tocca anche le politiche di abbandono dell’auto: La sicurezza è fondamentale, in particolare quella dei bambini, se si intende promuovere la mobilità alternativa all’auto privata.

Cosa riusciamo allora ad immaginare a tale scopo?

In letteratura ci sono delle best practice di uso dell’ingrediente re-design del contesto molto curiose e anche fantasiose.

In una piccola città di pescatori islandese, Ísafjörður, hanno disegnato su strada delle strisce tridimensionali. Il che era già stato compiuto in India, altro Paese afflitto da numeri di incidenti da capogiro. Questo video è davvero efficace. Clicca qui

A Marina di Pietrasanta nell’estate 2020 è stata attivata sul lungomare l’installazione di cinque sistemi automatici di sicurezza per garantire la piena visibilità dell’attraversamento stradale specialmente nelle ore senza luce naturale per cui il sistema rileva i pedoni, li illumina e ne segnala quindi la presenza agli automobilisti. E’ inoltre anche dotato di pulsanti che il pedone può utilizzare per mettere in funzione tutto il sistema di segnalazioni.

In Quebec pochi anni fa è stata organizzata una dimostrazione installando strisce pedonali che si sollevano da terra formando una sorta di barriera fra i pedoni e l’auto in arrivo. Il video è ben fatto. Non si tratta, però, di una soluzione destinata ad essere attuata, ma di un’iniziativa per sensibilizzare gli automobilisti sulla necessità di prestare attenzione prima di un attraversamento pedonale, un tema che le autorità del Quebec (la provincia di cui fa parte Montreal) hanno deciso di affrontare molto seriamente, in particolare dopo l’incremento del 11% fra il 2017 e il 2018 dei pedoni deceduti dopo un investimento sulle strisce.

A Caracas semafori e regole non erano sufficienti a ridurre incidenti stradali e così su idea del sindaco Carlos Ocariz, svariati anni fa, 120 mimi e clown sono scesi nelle strade del quartiere di Sucre per dirigere il traffico e “rimproverare” chi non rispettava il codice della strada. L’iniziativa aveva un precursore: il sindaco di Bogotà, Antanas Mockus.

A Philadelphia, nel 2008, si è sperimentata un’altra possibile risposta: dipingere dossi finti e perfettamente realistici in alcune strade rischiose per rallentare la velocità dei guidatori. sostituire i dossi stradali veri pur creando lo stesso effetto visivo riduce i costi (i verniciati costavano 500$ e i reali 2000$) e non impedisce il deflusso dell’acqua e la circolazione di ambulanze o altri veicoli in caso di emergenza. Purtroppo però il risvolto della medaglia è che questi graffiti perdono efficacia una volta noti e vengono quindi ignorati.

Ma tornando ai pargoli e all’attenzione da porre quando attraversano la strada scopro che in Italia nel 2021 a Campobasso il comune ha invitato artisti locali a dipingere e colorare le strisce pedonali davanti a due scuole: la “Jovine” e la “Colozza” con grande divertimento di bambini e residenti che hanno evidentemente apprezzato.

E di recente un piccolo paese del pavese, Castello D’Agogna, ha collocato in una strada particolarmente pericolosa due pupazzi alti 1,6m, in corrispondenza delle strisce pedonali, per aiutare l’attenzione dei guidatori.

E a proposito di bambini che devono vivere in autonomia le strade, non posso dimenticare KidStreets dell’associazione Genitori Antismog, con il supporto di Fondazione Cariplo. I bambini di alcune scuole primarie di Milano sono stati coinvolti in prima persona per valutare e mappare le strade amiche dei pedoni nei loro quartieri. L’obiettivo: creare condizioni favorevoli per i loro spostamenti pedonali quotidiani e accompagnarli al ruolo di cittadini attivi fin da piccoli.

 

Gli esempi riportati in questo piccolo excursus toccano principalmente gli attraversamenti stradali e quindi la possibilità di progettare e inserire in quelle aree dei dispositivi di varia natura in grado di attivare l’attenzione.

A questo serve il design, di cui resto convinta sostenitrice, sapendo tuttavia che in questa direzione il 5G ci darà una mano perché i suoi ripetitori, per es. sui lampioni stradali, potranno abilitare una serie di applicazioni smart molto utili, per es. proiettare strisce pedonali ad hoc per permetterci di attraversare la strada in sicurezza di notte grazie alla ricezione della nostra presenza tramite smartphone.

Per gli interessati ai dati, guardate il rapporto Mobilitaria 2022 sulle 14 aree metropolitane italiane

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.