Marzo 4, 2025 Irene Ivoi

Custodire l’economia di un territorio con un’etichetta Boost

Leggendo storie e best practice sul design dell’accoglienza (ve lo avevo detto che ci stavo lavorando) e di come i turisti calpestatori potrebbero anche generare ricchezza che resta sul territorio invece che estrarla soltanto, ho inciampato nella storia di una comunità in Canada, che può insegnarci un modo alternativo di fare business e tutelare le proprie radici e il proprio contesto.

 

Il luogo è l’isola di Fogo la cui storia è già fonte di ispirazione: da come le vecchie tradizioni siano  state rivitalizzate attraverso l’arte e la narrazione, a come l’architettura locale possa coesistere con il design futuristico, a come il turismo possa spingere nuove attività commerciali che reinventano l’economia dell’isola.

Ed è qui che si innesta la loro invenzione pionieristica di uno strumento che permette a tutti (visitatori e non) di conoscere e (per chi vuole) stimolare l’impatto locale positivo dell’economia: il marchio di nutrizione economica.

Sviluppato dall’organizzazione benefica locale Shorefast, questa etichetta è “un mezzo” per aumentare la consapevolezza di chi compra sull’impatto economico dei propri acquisti.

Un nudge in piena regola progettato per essere utilizzato dalle aziende per tracciare e dimostrare la composizione dei loro prezzi e rendere i clienti consapevoli del loro impatto ogni volta che scelgono.

 Essa ti dice dove vanno a finire i tuoi soldi

E Come si legge?

Le informazioni nella parte superiore dell’etichetta includono il nome dell’azienda e la struttura dei costi aziendali, su base dati dei costi operativi totali di un anno fiscale.

Le informazioni vengono poi suddivise in due parti:

una identifica dove finisce geograficamente il denaro utilizzato per reperire gli input in quattro categorie: locale, regionale, nazionale e internazionale.

L’altra ti dice cosa viene pagato con questi soldi. Questa sezione suddivide la percentuale dei costi sostenuti per categorie quali stipendi e salari, ingredienti, spese commerciali e di marketing, costi amministrativi, tasse. Tutto facilmente comprensibile.

 

 

 

Ad esempio, gli ospiti del Fogo Island Inn apprendono dalle loro ricevute che il denaro pagato per il loro soggiorno lascia il 65% all’economia locale di Fogo Island, il 13% alla regione di Terranova, il 19% al Canada e il 3% va altrove nel mondo.

Ed effettivamente per le offerte turistiche un’etichetta così semplifica eccome le scelte dei visitatori che altrimenti mai sapranno quanto del proprio denaro resta in loco e ne presentifica il valore e il senso. Questo può spingere le scelte che valorizzano quella comunità, poiché la rendono meno invisibile, sebbene non possano riflettere la complessità degli impatti socio economici.

L’etichetta è nata nel 2019 come uno strumento di trasparenza ed è rilasciata da Shorefast, un ente di beneficenza canadese registrato, fondato nel 2004.

Fin dall’inizio, l’obiettivo dell’ente benefico è stato quello di rafforzare la resilienza economica e culturale sull’isola di Fogo, una comunità di pescatori con 400 anni di storia, duramente colpita dal declino della pesca del merluzzo e dalla relativa moratoria istituita nel 1992.

 

Oggi la loro visione è raccontata così

 In Shorefast consideriamo la comunità l’unità fondamentale del cambiamento.

Quando la comunità viene elevata a unità di analisi e progettazione intenzionale, possiamo trovare soluzioni locali con il potenziale di risolvere sfide globali.

Aiutiamo le comunità a prendere decisioni sul proprio destino economico e il proprio futuro.

Investiamo in insiemi di conoscenze e strutture concepiti per fornire alle comunità di tutte le dimensioni, l’accesso a: capitale finanziario, dati economici, competenze professionali, tutoraggio imprenditoriale, set di strumenti di educazione finanziaria e le migliori e più promettenti pratiche di sviluppo economico della comunità.

Collaboriamo con i tre pilastri della società: comunità, governo, imprese.

Shorefast sta aiutando a promuovere nuove architetture per la collaborazione e la creazione di coalizioni. Con un approccio dal basso, possiamo sviluppare un’economia che coltiva maggiore senso di connessione tra noi e il pianeta.

Liberiamo il potere del territorio affinché le comunità locali possano prosperare nell’economia globale.

L’economia globale è la somma delle sue parti locali. Rafforzando le economie delle comunità, Shorefast sta aiutando a costruire le fondamenta per un ordine economico globale che supporta l’intero ecosistema della vita.

A questo punto cosa aggiungere?

Io non ci sono mai stata, e non è detto che ci andrò, ma questa storia mi fa pensare.

Perché mi aiuta ad immaginare un mondo più trasparente in cui il mercato, e quindi anche noi, dispone di conoscenze e informazioni che abilitano in modo più equipaggiato le nostre scelte e decisioni. Nel linguaggio degli economisti comportamentali questo si chiama Boost e lo reputo davvero prezioso.

Andiamo avanti….

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.