Ho sempre pensato che l’arte sia un mezzo, mai un fine, capace di farci riflettere.
E quindi di animare in noi qualche pensiero nascosto o addormentato.
E quando un pensiero si sveglia, può avvenire un cambiamento.
Perché i pensieri nuovi possono farci guardare il mondo da un altro punto di vista e quindi generare nuove azioni.
Questo sillogismo semplice ha guidato una iniziativa online realizzata dal polo del 900 di Torino, insieme a Nesta.
Si chiama Art and Technologies for Climate Change e rientra nel Progetto S+T+ARTS, a cura di Nesta e finanziato dalla Commissione Europea all’interno del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 teso valorizzare azioni di arte, tecnologia e scienza.
Questo convegno ha avviato la programmazione di I venti dell’ambiente e mi è piaciuto perché si pone un obiettivo ambizioso: agire sui cambiamenti climatici partendo dall’incrocio tra arte, tecnologia per poi riflettere sulle percezioni delle persone e quindi sui loro conseguenti comportamenti.
Ecco il legame con il nudge.
Infatti l’arte può essere un ingrediente potente in grado di amplificare le nostre esperienze e guidarci così verso nuove consapevolezze. L’arte è un ingrediente del nudge ascrivibile alla variazione di contesto in grado di ribaltare un punto di vista e quindi regalarci nuove percezioni che poi determinano nuovi comportamenti. Gli artisti hanno dei vissuti e degli immaginari diversi da altri pensatori, scienziati o intellettuali. Basti pensare a Olafur Eliasson e alla sua performance ICE WATCH proprio per farci riflettere sul caos climatico.
In questo convegno Salvatore Iaconesi e Oriana Persico (artisti, fondatori del centro di ricerca HER: She Loves Data / Nuovo Abitare) presentano il prototipo di Antitesi. È una curiosa agave dotata di sensori in grado di farle percepire le variazioni climatiche e quindi, reagire e restituire fiducia anche ad attori (aziende) meritevoli. Antitesi può ricevere donazioni e stabilire quindi nuove relazioni basate su principi di rispetto dell’ambiente.
Il progetto, prevede anche che con modalità open source ogni pianta – dentro un appartamento, un giardino botanico, ecc- potrà essere connessa ad altre munite di sensori.
Antitesi percepisce di fatto quello che noi non riusciamo a percepire perché abbiamo con il clima un rapporto disorganizzato e poco attento. Iaconesi e Persico decidono così di usare arte e tecnologia per dare forma ad una sensibilità altrimenti dispersa.
Noi auguriamo ad Antitesi successo e diffusione, ma essendo per ora un prototipo mi fermo qui, felice di aver avuto l’occasione di riflettere su questo matrimonio tra tecnologia, visione, sensibilità percettiva in grado di cambiare qualcosa.
Programma del 24 marzo 2021
Introduzione di Alessandro Bollo, Direttore Polo del ‘900 e Simona Bielli, Head of Programmes – Nesta Italia
- Joseph Grima – Co-fondatore di Space Caviar e creative director della Design Academy di Eindhoven
- Marco Scotini – Direttore artistico di FM Centro per l’Arte Contemporanea, Direttore del Dipartimento di Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA, Milano e Roma e curatore al PAV (Parco Arte Vivente) di Torino
- Olga Kisseleva – Artista, Università Sorbona Parigi
- Salvatore Iaconesi e Oriana Persico – Artisti, fondatori del centro di ricerca HER: She Loves Data / Nuovo Abitare
- Andreco – Andrea Conte, artista e PhD in Ingegneria ambientale, Studio Andreco, Climate Art Project