Dicembre 27, 2024 Irene Ivoi

Dare tempo al tempo? Trovare il tempo.

Come sia passato questo anno non l’ho ancora messo a fuoco.

Ne ho trascorso parecchio davanti ad un pc, leggendo libri e documenti per distillare storie di sostenibilità convincenti e ispiranti da raccontare nel mio libro. Che è stato l’impiego più faticoso ed impegnativo dell’anno.

E quelli che ne scrivono uno all’anno mi sembrano sempre più dei marziani.

Questo impiego del mio tempo mi ha fatto pensare a quanto sono stata fortunata per aver potuto usarlo per questo.

È il miglior regalo che potessi farmi.

Il tempo.

E torno così a riflettere sui suoi usi e i suoi sprechi (o almeno così percepiti).

Perché mi capita così spesso di ritrovarmi a parlare di tempo? Perché la spinta gentile è un progetto di design del tempo.

Visto che esso è un orizzonte fatto di pieni e di vuoti che si possono riempire, se siamo fortunati, in modo sensato e progettuale.

Il tempo insomma può essere un tema di progetto mai da sottovalutare nel mosaico delle singole azioni da costruire, funzionali alla spinta gentile.

In questo articolo del 2023 riporto anche due esempi di design dell’attesa soffermandomi tuttavia sulla necessità di ripensare proprio l’attesa come un tempo fertile invece che uno spreco.

Come cioè un’occasione di riflessione invece che una perdita.

E questo è un argomento che piace ai marketing people ed è oggi molto attuale visto che purtroppo l’invasione del digitale, tra vantaggi e contro-indicazioni, ci sta dis-allenando al piacere dell’attesa.

Una delle sue caratteristiche è infatti la velocità con cui ci propone risposte e soluzioni, azzerando l’attesa.

Siamo sicuri che sia ciò di cui abbiamo davvero bisogno?

Qualche dubbio da un po’ ce l’ho, e ve lo avevo promesso che ci sarei tornata su questo argomento.

Quindi SCUSATE IL RITARDO

Poiché è passato un anno e mezzo ma un recente spunto di Rory Sutherland mi riporta a questa promessa.

Sutherland alla fine di questo ricco discorso sull’uso del tempo, ci lascia una perla di buon senso.

Egli ci ricorda che quando scriviamo articoli, tesine, tesi di laurea, abstract, ecc il ricorso all’AI è una tentazione forte a cui ricorriamo poiché ci dà l’impressione di risparmiare tempo.

Un cervello estraneo al nostro che produce un testo auspicabilmente sensato al nostro posto è un boccone mooolto ghiotto.

Ma siamo sicuri che vincere quella battaglia contro il tempo sia l’obiettivo migliore che abbiamo?

Il nostro vero goal dovrebbe essere imparare qualcosa, e questo avviene durante la fase di progettazione ed esecuzione del percorso.

Ciò che ci ricorderemo effettivamente, ciò che ci lascia un’impronta utile e ci fa crescere è il tragitto mentale che avremo fatto per arrivare all’output, che purtroppo probabilmente nessuno leggerà.

E infatti non è quest’ultimo ciò che conta, il valore vero di quell’esito finale sta nel cammino costruttivo compiuto, che non ammette scorciatoie perché quello sforzo diventa formativo e utile proprio laddove si attua senza trucchi e inganni.

Diversamente staremo ingannando noi stessi poiché vittime di una scorciatoia mangia tempo che ci intrappola in una ragnatela di perdenza.

E allora per non prenderci in giro e vivere il tempo in modo fertile senza consumarlo invano, mi auguro e vi auguro per questo anno in arrivo di TROVARE il tempo, e non ingannarlo!

Saper trovare il tempo per vivere e per inventare un nuovo tempo quanto più vicino ai nostri desideri futuri.

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.