Un po’ di settimane fa ero in un club ferroviario, in attesa di un treno, e decido di bere un caffè nel solito bicchierino di carta. Puntualmente mi avvicino al cestino della carta per gettarlo e vedo al suo interno plastica flessibile. Tanta plastica trasparente alla rinfusa.
E penso: “meno male che questi due materiali sono così diversi tra loro…se fossero simili…figuriamoci…che circo avrei trovato!”
Passano un po’ di giorni e mi ritrovo a Bari, al convegno Pink&Green di Greenplanner, con Mariangela Bonifazi e Simona Giuliano a chiacchierare di economia circolare, l’argomento che più ci unisce da sempre. E Simona G. mi parla (ecco le magnifiche coincidenze mai casuali) di Silvia Eleuteri, Head of Environment in Aeroporti di Roma, conosciuta in un convegno in cui si è parlato anche di comportamenti corretti nei luoghi di viaggio.
Decido così di intervistarla proprio a proposito di gestione rifiuti lì dove si arriva e si parte.
Silvia, che riscontri avete, grazie alle vs analisi comportamentali e merceologiche, circa i gesti e l’attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti in aeroporto?
I passeggeri sono mediamente attenti a differenziare i rifiuti. Va considerato che i passeggeri che conferiscono rifiuti in aeroporto provengono da ogni parte del mondo e quindi da paesi in cui le regole e le abitudini possono essere molto diverse tra loro. Di conseguenza, servizi e dettagli “semplici”, come ad esempio il colore del raccoglitore, possono fare la differenza. Pensiamo ad esempio al raccoglitore della plastica: in alcune parti del mondo è blu, in altre giallo, in altre arancione: questo può indurre in errore il passeggero che si affida solamente al colore, anziché soffermarsi a leggere cosa conferire in uno specifico raccoglitore.
Avete valutato se alcuni mezzi e modalità di comunicazione sono più efficaci di altri?
Negli anni abbiamo constatato come design e comunicazione siano fondamentali per attirare l’attenzione del passeggero e guidarlo nella corretta differenziazione. Ad esempio, una comunicazione chiara (con immagini) nell’immediato punto di conferimento, guida ed accompagna il passeggero a compiere la scelta corretta.
Come avete risolto (se lo avete risolto) il problema dei liquidi in bottiglie o borracce che non possono superare i varchi con il detector?
Da febbraio 2023, in quasi tutte le aree adibite ai controlli sicurezza, ci siamo dotati di macchinari di ultima generazione che consentono di portare con sé i liquidi presenti nel bagaglio a mano, anche oltre i 100ml. Questo ha permesso di ridurre i quantitativi di bottigliette di plastica che venivano gettate nelle preparation area e di garantire, al contempo, un’esperienza più rapida e semplice ai passeggeri.
A mio avviso i luoghi dove si arriva, si sosta velocemente e si riparte appartengono alla nota categoria di quelli dove nessuno si sente davvero a proprio agio, e diventa quasi impossibile sviluppare un senso di appartenenza.
Restano terra “libera” nel nostro immaginario, privi di fattori identitari, e questo può favorire l’instaurarsi di un circolo siffatto: se un luogo è curato, aumenta l’identificazione positiva dell’individuo con esso, favorendo comportamenti di cura e attenzione. Viceversa, la scarsa cura e la trascuratezza potrebbero minare l’attivazione di un’identità positiva, per cui ciascuno non sente l’esigenza o la responsabilità di “proteggerlo”.
Cosa fare per rompere questo circolo vizioso?
Sicuramente servono maggiori indicazioni, segnaletiche e possibili nudge incisivi e visivamente ben progettati per catturare l’attenzione.
Se per esempio in un’area per viaggiatori assidui i contenitori della differenziata non sono ben disposti e quindi quello giusto lo devi ogni volta cercare…a voi l’amara risposta.
Sto cercando di dire che l’attenzione alla pulizia e cura di cestini nei luoghi di transito richiede più impegno proprio perché la soglia per “mal occuparsene” da parte nostra è davvero bassa.
Le risposte di Silvia Eleuteri mi portano anche a riflettere su quanto nei luoghi in cui si arriva e si riparte è un po’ più sfidante perseguire comportamenti attenti perché si parla ad un pubblico molto più eterogeneo di quello di un quartiere o di una città, che di solito gli operatori dei rifiuti conoscono bene.
A ciò si aggiunge il fatto che noi italiani siamo mediamente oramai avvezzi a raccolte capillari di svariate frazioni di rifiuto mentre chi proviene da altri paesi (anche europei) non conosce le nostre regole e non ha familiarità con questi gesti. Servono quindi davvero comunicazioni puntuali che usino segnaletiche, colori e immagini, sfidando la distrazione e la mancanza di tempo, tipiche caratteristiche di chi viaggia e vaga tra arrivi e partenze.
Ps. Mentre vi scrivo mi sto occupando di un problema di littering nelle stazioni ferroviarie e presso le fermate dei bus. A proposito di arrivi e partenze….