Più di due anni fa ho scritto un articolo sul progetto europeo Nudge project che intende sperimentare l’uso della spinta gentile per attivare comportamenti di risparmio dell’ energia.
A tale riguardo, pochi giorni fa mi arriva un articolo uscito in Grecia sulla sperimentazione che, in seno a quel progetto, lì stanno conducendo.
Che cosa ne emerge
Intanto partiamo da un dato ivi espresso: il consumo di energia per riscaldare le nostre sembra sia pari al 30% del consumo nazionale nei paesi del Mediterraneo, per quelli più a nord si raddoppia e oltre tale percentuale.
Quindi limitare tali consumi ha un peso sul portafoglio delle utenze, oltre che geopolitico (e su questo non mi dilungo oltre per evitare ciò che ci diciamo da mesi).
Ed è evidente che, dopo le condizioni climatiche locali, il fattore più decisivo per far crescere o diminuire i consumi sia il nostro comportamento: diventa quindi essenziale comprenderlo per poterlo migliorare.
A questo hanno lavorato ricercatori dell’Università di Economia e Commercio di Atene (AUEB) e dell’Università del Pireo (UPEI) nell’ambito del progetto europeo citato che grazie ad un’ampia indagine ha identificato sei fattori particolarmente importanti: in primis la misura in cui le persone si sentono in grado di controllare il proprio comportamento (bias del presumere più di quello che si è), la pressione sociale percepita…e poi a seguire gli atteggiamenti dati da sensibilità economiche e ambientali, rischio di perdita di comfort, conoscenza di pratiche virtuose, norme morali personali e visione del risparmio energetico come regola di buon senso.
Misure immaginate
Tra queste di sicuro l’utilizzo di contatori intelligenti per permetterci di monitorare in tempo reale l’impatto delle nostre azioni.
Poi il progettare campagne informative per invitare gli utenti a rendersi conto di poter controllare attivamente il proprio comportamento. E vista la distanza delle istituzioni europee o nazionale nei confronti dei cittadini, i fornitori di servizi energetici hanno un ruolo fondamentale per rafforzare il sentimento (e la capacità) di controllo dei consumatori sul proprio comportamento verso l’uso dell’energia, fornendo informazioni pensate ad hoc oltre che promuovendo i contatori intelligenti.
Un’ altra misura potente è la fornitura di informazioni sui risparmi ottenuti da altre utenze simili e quindi comparabili.
Senza dimenticare un fattore emotivo: il timore di rinunciare al comfort e quindi rassicurare su quanto ridurre i consumi non necessariamente significhi perdere comfort.
Lo studio ha così previsto soluzioni mirate, e basate sui profili dei consumatori distillati con modelli di Scienza del comportamento, così distinti:
- I più attenti all’ambiente e ben informati
- Gli Orientati al comfort e quindi attenti al comfort
- I consapevoli ma poco informati sulle pratiche di risparmio energetico
- I non sono consapevoli/ ignorano la responsabilità personale
- I suscettibili alla pressione sociale
- Gli indifferenti
Tra le spinte che il progetto sta mettendo in atto, vedo un ruolo importante nell’uso di informazioni che tempestivamente possono essere fornite ai consumatori, grazie alle app in primis o alla bolletta (posso testimoniare in prima persona che fa un certo effetto sentirsi dire come siamo da chi monitora i nostri consumi) usando anche il principio della norma sociale ed evidenziando (perché no) i costi di abusi e distrazioni possibili visto che toccano il portafoglio di ciascuno di noi. Questo è sicuramente uno spunto su cui riflettere che attiva il bias dell’avversione alla perdita e, in questi tempi incerti, ha un discreto appeal (purtroppo).