Cambiare è oramai diventato un MUST.
Un po’ come la parola FUTURO.
E visto che qui scrivo e parlo di nudge, strumento che abilita i cambiamenti, vi sottopongo adesso una riflessione che tenta di correlare cambiamenti e immaginazione.
La storia inizia dal fatto che stavo leggendo “Immagina Se…” di Rob Hopkins.
Un libro che dimostra, attraverso storie esemplari, quanto possa essere generativa e più felice una società capace di immaginare il proprio essere e quindi anche il proprio futuro. Quasi tutto ciò che in tempi di guerra viene per esempio negato agli oppressi.
Non c’è che dire! Una scommessa ghiottissima per tutti coloro a cui non basta il mondo in cui vivono e hanno così il coraggio di ripensarlo da protagonisti invece che limitarsi a sognare un altro vivere.
Immaginare è infatti meglio di sognare perché per immaginare devi avere cervello e cuore in onda e occhi aperti. Sognare puoi farlo anche ad occhi chiusi.
Riappropriarsi di questo verbo può allora fare la differenza.
Nel capitolo “Come sarebbe se…i nostri leader ritenessero prioritario coltivare l’immaginazione” scopro che a Bologna esiste un Ufficio di Immaginazione Civica (UIC) della Fondazione per l’Innovazione Urbana.
A cosa serve?
A costruire una collaborazione disintermediata tra cittadini e amministrazione finalizzata a curare e rigenerare i beni comuni. Ergo…rendere i cittadini parte vera e attiva di ciò che succede fuori dalle mura domestiche e che ha eccome un impatto sulla vita di tutti OGNI GIORNO.
Facile a dirsi vero?
I compiti di questa unità sono complessi, richiedono tempo, impegno, capacità di programmare e gestire la transizione tra una decisione o una promessa fatta e il suo avverarsi (cosa su cui spesso casca l’asino), formazione per coloro che sul campo ascoltano i cittadini, capacità di stimolare da parte dei cittadini soluzioni e proposte (ecco l’immaginazione attesa), generazione di empatia e pazienza, individuazione di linguaggi e toni di voce. E TANTO ALTRO…
Devono essere “agenti di prossimità”
Per dirla con le parole di Michele D’Alena, responsabile di questo ufficio e che scrive di quest’esperienza in un libro “Immaginazione Civica. L’energia delle comunità dentro la politica”
Sono tanti gli spunti che mi sono piaciuti nelle sue parole di attenzione alla res publica ma anche di osservazione della politica e dei suoi bisogni: oggi più che mai necessita di essere vicina ai cittadini attraverso percorsi di questo genere che più di 1000 parole abbattono i muri e costruiscono fiducia e alleanze.
Vi lascio con alcuni principi che hanno ispirato il loro lavoro e che trovo molto contigui alla teoria del nudge.
Ascolto: può solo essere vero, se fingi di ascoltare per poi ignorare ciò che hai sentito, sei un traditore e questo avrà implicazioni pesantissime sul successo di un’iniziativa. L’ascolto è la base per definire il contesto, il problema e quindi l’obiettivo da perseguire
Fiducia: non la puoi comprare, né vendere, non ammette contraffazioni e non la puoi downlodare; puoi solo costruirla giorno dopo giorno facendo accadere ciò che hai promesso perché la fiducia si guadagna con i comportamenti e non con i bla bla. E ricordarsi che essa viene a piedi e va via a cavallo (come dicevano gli indiani)
Effetto gelo: lavorare sulla costruzione di un’iniziativa tesa a migliorare un contesto situazionale coinvolgendo nelle fasi PRE i suoi protagonisti, quelli che poi saranno gli attori del cambiamento.
Ovviamente questa è una pre-condizione BASILARE rispetto ai compiti espressi da UIC.
E infine Emozioni: la comunicazione se emozionale arriva dove la ragione non può. E chi mi segue sul nudge questo lo sa bene. E l’immaginazione è un esercizio di emozioni, di fantasia, di capacità progettuale che ci permette di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Da questo esercizio può nascere solo vita nuova, e quindi cambiamento.