La lettura (che non ho ancora terminato) del libro di Ettore Sottsass “Di chi sono le case vuote?” mi obbliga a ripercorrere i pensieri che hanno animato la cultura del progetto negli ultimi decenni del ‘900.
Le riflessioni che il maestro Sottsass ci regala, grazie a questo distillato di suoi scritti curato da Matteo Codignola, spaziano in numerose direzioni e mi fanno riflettere sul rapporto con i colori, la natura, i ricordi, le emozioni che si stratificano e nel tempo diventano conoscenza, e poi sensibilità, e poi attitudine e poi carattere e quindi capacità di scelta nella vita matura.
Scelta di cosa?
Del perimetro di cultura materiale e immateriale, quindi oggetti e saperi, di cui vuoi circondarti.
I ricordi del maestro che si distillano e solidificano poi in scelte di vita post fanno pensare.
Mi colpisce, quando parla del suo rapporto di amicizia e dialogo con l’artista Spazzapan, questa sua frase: “Spazzapan poi mi raccontava che nelle scuole tedesche lo facevano disegnare con matite durissime, così dure che la carta si incideva e gli errori non si potevano cancellare perché la carta restava incisa per sempre”.
Che dire?
Questa frase oggi suona irraggiungibile.
I tedeschi imponendo matite dure impoveriscono la funzione di una matita che è quella di lasciare un segno provvisorio e cancellabile.
La provvisorietà del segno è salva, ma la cancellazione di un eventuale errore (del pensiero e della mano) è impossibile.
Non avevo mai considerato quanto un’inerme e innocua matita potesse quindi determinare un comportamento.
Se la scegli dura o se te la impongono, i tuoi gesti e ancor prima i tuoi pensieri devono essere precisi, cristallini perché il mezzo che hai a disposizione non ammette errore.
Quel mezzo ti obbliga ad una maggiore pianificazione, a una verifica mentale delle azioni e quindi a una profondità di riflessione.
La matita è quindi un prodotto che ridisegna un pensiero+azione, quella del disegnare.
Quel mezzo attiva un cambiamento, non è una spinta gentile (di prodotto) sia perchè non ti dà scelta e sia perché non agisce, nel racconto riportato, su uno o più bias.
Consideriamolo allora in struttura, perdonatemi questo allargamento poetico, e riflettiamo su quanto sia importante nei nostri progetti scegliere gli strumenti (la matita) per attivare i cambiamenti che desideriamo.
La provvisorietà si modifica, l’incisione è per sempre.
Allora Che matita scegliere?
Matite per TUTTI ✏️