In questo periodo quasi ogni volta che apro i giornali leggo notizie sul turismo da ripensare.
In sostanza sembra che, dopo i lamenti del 2020 dati dall’assenza di turisti per covid, ora, che sono tornati come se non ci fosse un domani, la preoccupazione collettiva è come governarli onde evitare fenomeni di sovra turismo.
Le città d’arte sono in prima linea nel (pre)occuparsi di ciò ed io osservando la cronaca locale dei quotidiani (che compro cartacei) a Firenze, ogni due giorni trovo impegni e promesse tese a governare l’over-tourism.
Alcune idee sono anche fertili e tutt’altro che aria fritta.
Ma il tema è complesso.
In un seminario di nudge design allo IUAV in gennaio ho anche invitato gli studenti a produrre ipotesi di nudge per decongestionare i centri storici. Per chi se l’è perso: eccolo!!
La domanda è Si può conciliare le esigenze di chi viaggia (e cerca corrispondenza tra il proprio immaginario e i prodotti, i colori, gli odori ecc del reale) con la necessità di tutelare e rispettare chi ci abita?
Quando intraprendiamo un viaggio la sua narrazione per immagini diventa potentissima ed è quella che spesso ci ispira e ci conduce verse alcune mete e non altre.
Probabilmente la narrazione da aggiustare (Bias del Framing) è un ingrediente su cui lavorare anche con idee di nudge.
Di questo argomento, ne parlerò in .BTO Firenze il 26 novembre e in altre prossime puntate (e ci tornerò, PROMESSO!) con delle storie che funzionano. Adesso ve ne racconto una che odora un po’ di nudge.
L’ho scoperta grazie a questo articolo di Valentina D’Amora, riguarda il comune di Sassello. Rubo le sue parole: Feel Sassello è un progetto di promozione turistica commissionato dal Comune di Sassello-Unione dei Comuni del Beigua e lanciato nel 2018 a firma dei progettisti Massimo Ferrando, Alessandra Giacardi e Giambattista Ghersi. Dal loro progetto sono nati un portale, una mappa con diversi itinerari e svariate fotografie, tutte scattate da Massimo, che invitano il viaggiatore a “sentire” il borgo attraverso tutti i sensi: smell, taste, hear, watch, touch e breathe Sassello.
Odora, a mio avviso, di nudge perché sceglie di agire su più sensi (FEEL) e quindi costruisce una narrazione (Framing) che parte da un nostro sentire AMPIO, che è anche ascolto. Inoltre coinvolge un’intera comunità non solo attraverso il pre-ingaggio (effetto Gelo) ma con totale ingaggio e la rende testimone e portatrice attiva (botteghe attive, il bosco parlante) di nuovi contenuti che rispondono all’obiettivo di salvaguardare (e re-identificarsi) il proprio territorio con cultura, arti locali e intelligenza.
La comunità partecipa volontariamente, senza obblighi e con il loro atto si identificano e si riconoscono in un obiettivo di valorizzazione di quello che sono, che diventa anche difesa dai rischi di essere stravolti o contaminati.
Il tutto poi a sua volta genererà un flusso turistico motivato e probabilmente differente dalle greggi che sempre meno ci piacciono.
È di fatto un progetto colto di rigenerazione e marketing territoriale ma co una marcia in più e che si affida a designer che reinventano quel territorio e lo ri-mappano attraverso i sensi.
Tra questi gli odori: spesso dico che gli odori dovrebbero spingere e quindi aiutare, in chiave progettuale, l’accesso a luoghi, provando così ad uscire da canali di comunicazione che si affidano solo alla vista.
Lo so che su comunità piccole è più facile e la sfida delle città d’arte italiane è ben più ardua.
Ma mi piace pensare che questo nuovo frame possa ispirare qualche idea nuova e allenarci a riflettere.